“In tempi come questi la fuga è l’unico
mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”
(Henri
Laborit) (Mediterraneo – Gabriele Salvatores)
Chi non
ha mai sognato di fuggire dalla propria realtà?
Chi
non sogna periodicamente una casetta, isolata sul mare, in
un luogo caldo che non conosce inverno?
Chi non sogna di smettere
di correre, pagare l’aria che respira, l’acqua
che beve, lo spazio sulla battigia?
Chi non vorrebbe recuperare
il rapporto umano con i propri simili?
Salutare chi incontra,
spendere lunghe ore in conversazioni futili, rivivere i ritmi
della propria infanzia?
E’ possibile? Forse sì.
Ma solo a patto di rinunciare a molte delle “comodità” che
ci accompagnano la vita e che consideriamo, ormai, normali
e indispensabili.
Non si può mediare.
È luogo
comune che “vivere bene sia solo uno stato della mente”.
Ma forse è venuto il momento di usare la mente per
prendere decisioni importanti.
Qualcuno ha detto:
“ Il
sogno, così come la memoria, può trasformare
le bugie in verità.”
Nota: Vi preghiamo di frenare l'entusiasmo che può avervi suscitato questa pagina e, prima di prendere
qualsiasi decisione, di leggere attentamente tutte le pagine a margine indicate. Grazie.
"Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità:
l'andatura di cappa (il fiocco a collo e la barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e
la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela.
La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio.
E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte dalle acque tornate calme. Rive sconosciute
che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle
petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione.
Forse conoscete quel veliero. Si chiama Desiderio."
(Henri Laborit - Elogio della fuga)